Recchia

Recchia

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Luca, Roberto, Elisa, Chiara, Riccardo Guido, Enrico.

Dal 1906 a oggi, le famiglie Recchia hanno sempre avuto la vocazione a fare vino, come la loro terra. Con i piedi per terra e lo sguardo al cielo, il cuore al vigneto e la testa al vino che sarà.

Innamorati della vite. Della sua coltura ma anche della sua cultura: un sapere che si è evolve nel tempo, grazie allo studio e al monitoraggio del suolo, alla sua composizione e conformazione, e a un’attenta scelta di sesto e tipologia di impianto. Perché la qualità di un vino, qui, viene pensata e costruita a partire dal vigneto.

Era il 1906 quando Giovanni Battista Recchia acquistò una piccola proprietà a Jago, nelle colline sopra Negrar a i piedi del colle Masua, costruì la propria casa e si dedicò all’agricoltura e alla coltivazione della vite. Dalla terra alla Luna. Le ultime generazioni hanno conquistato la loro luna: il vino espressione della generosità della loro terra, la cantina espressione dell'intelligenza dell'uomo.

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L'azienda oggi affianca il saper fare vino alla scienza enologica, cantine in tufo e tecnologia avanzata, la degustazione al dettaglio con l'esportazione globale. È la conquista di una nuova consapevolezza, che dell'amore e del rispetto per la terra e la vite ha fatto una professione, un modo di vivere e di fare imprenditoria.

Negrar, Marano, San Pietro in Cariano, Fumane e Sant’Ambrogio di Valpolicella.

È qui, nel cuore della Valpolicella Classica, che l’azienda Recchia coltiva la sua passione. A pochi chilometri dalla Verona di Catullo e di Shakespeare e sotto il benefico influsso del Garda, colline dolci da innamorarsene, pendii irregolari coi fianchi sbalzati dalle marogne, i muri a secco che disegnano il letto per i vigneti. Uve Corvina, Rondinella e Molinara come da tradizione. È la culla dei Doc Valpolicella Classico e Superiore, del grande Amarone e del Recioto.

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