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Trebbiano di Lugana, localmente denominato “Turbiana”. Sotto il profilo genetico affine, secondo molti studiosi, al Verdicchio ma dal punto di vista fenologico, agronomico ed enologico assolutamente indipendente. Recenti studi dell‘Università di Milano, hanno riconosciuto il genoma del “Trebbiano di Lugana” con caratteristiche non riconducibili agli altri Trebbiani.
La tradizione vuole un sistema di impianto a doppio archetto con circa 18 gemme. Impianti più recenti portano ad infittire il numero di ceppi per ettaro; conseguenza ne è la diminuzione di gemme nell‘ordine delle 10-12. Il vitigno è poco vigoroso, tenendo conto che le prime due gemme sono improduttive. Sono negate forme espanse di allevamento.
Vitigno:
Turbiana (Trebbiano di Lugana)
Zone di produzione:
San Benedetto di Lugana, le uve provengono dai vigneti di proprietà più vocati per l’elevato tenore d’argilla bianca. La vendemmia e la selezione delle uve sono rigorosamente manuali, le uve vengono deposte in piccole casse da kg. 17
Sesto d'impianto e resa:
Guyot doppio archetto, resa circa kg. 9.000 di uva per ettaro, equivalenti a lt. 5.700 di vino pari al 63%.
Periodo di vendemmia:
Terza decade di Settembre.
Affinamento e fermentazione:
Pigiatura delicata e soffice a grappolo intero per buona parte della produzione, il restante con diraspatura leggera per oscillazione. In seguito un rigoroso protocollo di vinificazione: sfecciatura per sedimentazione naturale, fermentazione lenta a temperatura controllata (14°/18°); affinamento 5 mesi su fecce e lieviti fini.
Colore:
Giallo paglierino chiaro e scintillante.
Naso:
Appaiono note esotiche, canditi ed agrumi, minerale fine ed elegante.
Bocca:
Diffusa finezza espressiva, in bocca appare lo spessore autorevole della tipicità, caldo e persistente.
Cibo:
Tutti i piatti a base di pesce, sia di lago che di mare, minestre, primi piatti saporiti di pasta o riso, carni bianche con intingoli.
Grado alcolico minimo:
13% vol.
Temperatura di servizio:
10°/12°
La scommessa che Lodovico, Francesco e Michele Montresor, hanno deciso di affrontare in Lugana si fonda nella severa convinzione che vini talentuosi, di rango, di razza, devono portare con sè la firma di esecuzione che si traduce nell‘essere riconoscibili.
Il ragionamento si fonda sulla creazione di vini concettualmente moderni ma nella assoluta convinzione del rispetto dell‘imprescindibile binomio suolo – vitigno.
VITIGNO
Trebbiano di Lugana, localmente denominato “Turbiana”. Sotto il profilo genetico affine, secondo molti studiosi, al Verdicchio ma dal punto di vista fenologico, agronomico ed enologico assolutamente indipendente. Recenti studi dell‘Università di Milano, hanno riconosciuto il genoma del “Trebbiano di Lugana” con caratteristiche non riconducibili agli altri Trebbiani.
La tradizione vuole un sistema di impianto a doppio archetto con circa 18 gemme. Impianti più recenti portano ad infittire il numero di ceppi per ettaro; conseguenza ne è la diminuzione di gemme nell‘ordine delle 10-12. Il vitigno è poco vigoroso, tenendo conto che le prime due gemme sono improduttive. Sono negate forme espanse di allevamento.
SUOLO
Il suolo è di chiara origine glaciale. La discesa dei ghiacci verso valle, con i detriti trasportati, ha formato l‘anfiteatro delle colline moreniche lasciando, nel passaggio, la scodella della Lugana.
Questa terra è costituita da strati di sedimenti separati ed, oggi, il suolo visto in sezione ci appare formato da un numeroso insieme di strati argilloso calcarei, relativamente sottili, con un primo strato di 60/80 cm. costituito da argilla mossa.
Caratteristica è la cosiddetta conformazione a “macchia di leopardo” poichè il tenore prevalente di argilla presente nel suolo, varia molto da zona a zona.
I VINI
Le premesse evidenziano come un vitigno “apparentemente normale” si trasforma in un bianco spettacolare, emozionale nell’espressione del dettaglio, nel binomio con le purissime argille.
I vini giovani come il Lugana Doc ed il Lugana Doc Le Creete, sono dotati di esclusiva freschezza, saporita e scattante. Bello e insolito, questo sapore ricorda il salato, lo speziato, l‘affumicato. Il nervo acido dà energia e sapore e col tempo diventa più espansivo, ricamato ed attraente. Ma è con i vini invecchiati che esce la vera anima del Lugana.
In bottiglia il Lugana Molceo si diverte a cambiare pelle un po‘ alla volta, si trasforma e le note minerali escono alla grande. Si ritrovano gli idrocarburi, l‘evoluzione porta invecchiamento; non c‘è problema, ci pensano le argille a conservarlo per una imprevedibile longevità.