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Vino rosso frutto di un blend di uve autoctone come Corvina ed internazionali (Merlot e Cabernet Sauvignon).
Affina 18 mesi in legno ed ha intensi profumi fruttati che si amalgamano a sentori speziati e vanigliati.
Il sorso è morbido, equilibrato e con un tannino fine.
Vitigno:
Corvina Veronese, Merlot, Cabernet-Sauvignon
Zone di produzione:
Uve esclusivamente di collina che provengono da vigneti di proprietà o da noi stessi lavorati. La vendemmia e la selezione delle uve sono rigorosamente manuali.
Sesto d'impianto e resa:
Cordone speronato; resa circa kg. 8.000 di uva per ettaro, equivalenti a lt. 5.040 di vino pari al 63%.
Periodo di vendemmia:
A seconda della varietà delle uve, da Settembre inoltrato a tutto Ottobre.
Affinamento e fermentazione:
Gran parte delle uve viene raccolta in piccole casse da kg. 4, per eseguire un appassimento di circa 2 mesi in locale ventilato. Il restante viene raccolto in surmaturazione delle uve. Fermentazione lunga ed affinamento in barriques e tonneaux; il vino riposa per 18 mesi nei carati prima di essere imbottigliato.
Colore:
Denso, concentrato, caldo, intenso tra rubino e granato scuro.
Naso:
Maturo ed elegante, articola i suoi profumi su temi fruttati ma anche speziati. Eclatante sensazione di calore e grandi sfumature tra tannini dolci e sentori di frutti rossi a bacca piccola.
Bocca:
Grande equilibrio espressivo, avvolgente. È un vino serio ed al tempo stesso persuasivo. In bocca mostra una misura eccellente, morbidezza e continuità. La spiccata sapidità è perfettamente integrata con la dolcezza della trama tannica.
Cibo:
Piatti di carne rossa in genere, selvaggina, salumi e formaggi da piccanti a saporiti a molto stagionati.
Grado alcolico minimo:
14% vol.
Temperatura di servizio:
14°/16°
La scommessa che Lodovico, Francesco e Michele Montresor, hanno deciso di affrontare in Lugana si fonda nella severa convinzione che vini talentuosi, di rango, di razza, devono portare con sè la firma di esecuzione che si traduce nell‘essere riconoscibili.
Il ragionamento si fonda sulla creazione di vini concettualmente moderni ma nella assoluta convinzione del rispetto dell‘imprescindibile binomio suolo – vitigno.
VITIGNO
Trebbiano di Lugana, localmente denominato “Turbiana”. Sotto il profilo genetico affine, secondo molti studiosi, al Verdicchio ma dal punto di vista fenologico, agronomico ed enologico assolutamente indipendente. Recenti studi dell‘Università di Milano, hanno riconosciuto il genoma del “Trebbiano di Lugana” con caratteristiche non riconducibili agli altri Trebbiani.
La tradizione vuole un sistema di impianto a doppio archetto con circa 18 gemme. Impianti più recenti portano ad infittire il numero di ceppi per ettaro; conseguenza ne è la diminuzione di gemme nell‘ordine delle 10-12. Il vitigno è poco vigoroso, tenendo conto che le prime due gemme sono improduttive. Sono negate forme espanse di allevamento.
SUOLO
Il suolo è di chiara origine glaciale. La discesa dei ghiacci verso valle, con i detriti trasportati, ha formato l‘anfiteatro delle colline moreniche lasciando, nel passaggio, la scodella della Lugana.
Questa terra è costituita da strati di sedimenti separati ed, oggi, il suolo visto in sezione ci appare formato da un numeroso insieme di strati argilloso calcarei, relativamente sottili, con un primo strato di 60/80 cm. costituito da argilla mossa.
Caratteristica è la cosiddetta conformazione a “macchia di leopardo” poichè il tenore prevalente di argilla presente nel suolo, varia molto da zona a zona.
I VINI
Le premesse evidenziano come un vitigno “apparentemente normale” si trasforma in un bianco spettacolare, emozionale nell’espressione del dettaglio, nel binomio con le purissime argille.
I vini giovani come il Lugana Doc ed il Lugana Doc Le Creete, sono dotati di esclusiva freschezza, saporita e scattante. Bello e insolito, questo sapore ricorda il salato, lo speziato, l‘affumicato. Il nervo acido dà energia e sapore e col tempo diventa più espansivo, ricamato ed attraente. Ma è con i vini invecchiati che esce la vera anima del Lugana.
In bottiglia il Lugana Molceo si diverte a cambiare pelle un po‘ alla volta, si trasforma e le note minerali escono alla grande. Si ritrovano gli idrocarburi, l‘evoluzione porta invecchiamento; non c‘è problema, ci pensano le argille a conservarlo per una imprevedibile longevità.