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Disponibile
Dai vigneti a conduzione biologica situati sulle colline più alte in Valpolicella Classica nasce questo vino autentico che rispecchia i valori di tradizione e sostenibilità alla base della filosofia produttiva di Cantina Valpolicella Negrar.
Area:
Romagnano – Valpantena
Altitudine:
da 300 a 500 m. s.l.m.
Esposizione:
Sud, sud ovest
Natura del suolo:
Medio impasto calcareo con buona presenza di scheletro (sassi e rocce)
Uve:
Corvina, Corvinone, le restanti altre uve autoctone (Oseleta, Spigamonte, Corbina, Turchetta)
Allevamento Densità e ceppi/Ha Resa media:
Guyot 5.000 90 q.li /Ha
Vendemmia:
Manuale
Affinamento e fermentazione:
- Fermentazione in tini d’acciaio a temperatura controllata. La macerazione delle uve dura circa 10 giorni e poi successivo affinamento in acciaio.
- Affinamento in acciaio 3 mesi e poi 3 mesi in vetro
Estratto secco:
26 g/l
Acidità:
6.2 g/l
Zuccheri residui:
1.0 g/l
Temperatura di Servizio:
10°/14°
Colore:
Rubino chiaro con riflessi granato.
Naso:
Elegante, sentori di frutta fresca e piccoli frutti di bosco, note floreali di viola.
Bocca:
Leggero, elegantissimo, dotato di straordinaria freschezza e grande bevibilità.
Cibo:
Vino adatto per tutte le pietanze, consigliato anche con salumi e formaggi saporiti.
Grado alcolico minimo:
12,5% vol.
Temperatura di servizio:
10°-14°
La scommessa che Lodovico, Francesco e Michele Montresor, hanno deciso di affrontare in Lugana si fonda nella severa convinzione che vini talentuosi, di rango, di razza, devono portare con sè la firma di esecuzione che si traduce nell‘essere riconoscibili.
Il ragionamento si fonda sulla creazione di vini concettualmente moderni ma nella assoluta convinzione del rispetto dell‘imprescindibile binomio suolo – vitigno.
VITIGNO
Trebbiano di Lugana, localmente denominato “Turbiana”. Sotto il profilo genetico affine, secondo molti studiosi, al Verdicchio ma dal punto di vista fenologico, agronomico ed enologico assolutamente indipendente. Recenti studi dell‘Università di Milano, hanno riconosciuto il genoma del “Trebbiano di Lugana” con caratteristiche non riconducibili agli altri Trebbiani.
La tradizione vuole un sistema di impianto a doppio archetto con circa 18 gemme. Impianti più recenti portano ad infittire il numero di ceppi per ettaro; conseguenza ne è la diminuzione di gemme nell‘ordine delle 10-12. Il vitigno è poco vigoroso, tenendo conto che le prime due gemme sono improduttive. Sono negate forme espanse di allevamento.
SUOLO
Il suolo è di chiara origine glaciale. La discesa dei ghiacci verso valle, con i detriti trasportati, ha formato l‘anfiteatro delle colline moreniche lasciando, nel passaggio, la scodella della Lugana.
Questa terra è costituita da strati di sedimenti separati ed, oggi, il suolo visto in sezione ci appare formato da un numeroso insieme di strati argilloso calcarei, relativamente sottili, con un primo strato di 60/80 cm. costituito da argilla mossa.
Caratteristica è la cosiddetta conformazione a “macchia di leopardo” poichè il tenore prevalente di argilla presente nel suolo, varia molto da zona a zona.
I VINI
Le premesse evidenziano come un vitigno “apparentemente normale” si trasforma in un bianco spettacolare, emozionale nell’espressione del dettaglio, nel binomio con le purissime argille.
I vini giovani come il Lugana Doc ed il Lugana Doc Le Creete, sono dotati di esclusiva freschezza, saporita e scattante. Bello e insolito, questo sapore ricorda il salato, lo speziato, l‘affumicato. Il nervo acido dà energia e sapore e col tempo diventa più espansivo, ricamato ed attraente. Ma è con i vini invecchiati che esce la vera anima del Lugana.
In bottiglia il Lugana Molceo si diverte a cambiare pelle un po‘ alla volta, si trasforma e le note minerali escono alla grande. Si ritrovano gli idrocarburi, l‘evoluzione porta invecchiamento; non c‘è problema, ci pensano le argille a conservarlo per una imprevedibile longevità.




