Gewürztraminer "Campaner", DOC, 2022 - Cantina di Caldaro
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VIGNETO:
Vigneto collinare esposto verso sud tra 450 a 500 m sul livello del mare; terreno argilloso con porfido.
VINIFICAZIONE:
Diraspatura dell’uva vendemmiata tardivamente, matura e sana; macerazione a freddo di 12 ore, pressatura soffice, decantazione naturale, fermentazione lenta a temperatura controllata di 18°C, maturazione sulle fecce fini per 6 mesi, filtrazione ed imbottigliamento a maggio.
SENSAZIONI DEGUSTATIVE:
giallo intenso con riflessi d‘oro, naso intenso con profumi di petali di rose, Lychee, canella, garofano e salvia. Ricco al palato di frutta esotica, lunghissima persistenza
ABBINAMENTI CONSIGLIATI:
Gamberetti e pesce dal sapore deciso, piatti della cucina asiatica.
UVAGGIO: Gewürztraminer
ETÀ DELLE VITI: 10 – 25 anni
TEMPERATURA: 11 – 13 °C
RESA/ETTARO: 40 hl / ha
FORMA D’ALLEVAM.: guyot
ALCOL: 15%
ZUCCH. RESIDUO: 7,5 g/l
ACIDITÀ: 5,6 g/l
La Cantina Kaltern è stata creata grazie alla fusione delle quattro cantine sociali originarie di Caldaro sulla Strada del Vino.Già nel 1986 vi fu la prima fusione fra la Cantina Erste e la Cantina Neue, fondate rispettivamente nel 1900 e nel 1925, unitesi a creare la Cantina Erste+Neue. Mentre nel 1992 vi fu la fusione di Bauernkellerei e Jubiläumskellerei, fondate rispettivamente nel 1906 e nel 1908, per dare origine a Kellerei Kaltern. Infine l'ultimo atto si è portato a conclusione a fine 2016 con la creazione di un'unica Cantina Kaltern.
A Caldaro ci sono quasi mille viticoltori, la maggior parte di essi possiedono meno di un ettaro. Da qui il principio fondativo e vitale del produrre in cooperazione.
Il territorio dell’Alto Adige è stato parte delle proprietà degli Asburgo dal 1363 e durante la reggenza di Francesco Giuseppe la cantina divenne fornitore ufficiale della corte di Vienna. Lo scoppio della prima guerra mondiale porta nel 1919 l’Alto Adige a diventare parte del territorio Italiano, il secondo conflitto mondiale poi, muta radicalmente l´essenza stessa della zona e dei suoi scambi commerciali. Fu solo dagli anni cinquanta del secolo scorso che i vini di Caldaro si riaffermarono come prodotto di prestigio per l’esportazione.
Negli anni ottanta il mercato del vino era profondamente cambiato, il vino non era più una mera fonte di calorie extra per il duro lavoro dei campi ma era diventato un fenomeno. Caldaro fu una delle prime zone vinicole italiane a prendere atto dei gusti dei consumatori orientandosi verso una politica qualitativa estrema. Iniziò così una progressiva riduzione della resa per ettaro che passò dai 200 quintali per ettaro agli odierni 75.
I quasi 650 soci della Cantina Kaltern lavorano una superficie vitata complessiva di 471 ettari e producono vini cristallini e puri, dallo scheletro minerale e dal fascino essenziale.
A Caldaro la viticoltura è tradizione e orgoglio. È l´orgoglio che da il coraggio di lottare per le conquiste qualitative a cui si aspira.
Molti vigneti appartengono da secoli alle famiglie che li coltivano e la frammentazione, che in questi luoghi è stata applicata storicamente, ha fatto si che alcuni vigneti abbiano delle dimensioni lillipuziane. Questo, però, non ha fatto desistere dal coltivarle ed è qui che la cooperativa gioca il suo ruolo fondamentale di partecipazione attiva e di condivisione, facendo dei soci non dei meri conferitori di uve ma, bensì, dei comproprietari. Come in una famiglia dove tutti i componenti lavorano assieme per un risultato che faccia il bene di tutti, così ci dice Thea, impiegata e socia.
I soci svolgono quasi tutti degli altri impieghi e, di norma, dedicano quello che dovrebbe essere il “tempo libero” al vigneto. La cura e l´amore ma anche l´intelligenza, che gli si riserva è quella che di solito si da ad un giardino e, infatti, questi vigneti sembrano d´estate un eden di ombra e luce, luogo protetto e idilliaco dove i grappoli lentamente maturano spandendo sempre più forte i loro profumi. D´autunno, le famiglie si riuniscono per la vendemmia, coinvolgendo tutti in questo rito stagionale, un momento irrinunciabile anche per i bambini. Il compimento di un ciclo, l´avvicendarsi delle stagioni e il viverle costantemente è l´appagamento di questi vignaioli ostinati. Il lavoro, completamente manuale, avviene sotto l´occhio attento di agronomi e dell´enologo che offrono ai soci il supporto tecnico e umano in questo periodo determinante.